Murano: cosa vedere sulle isole del vetro a due passi da Venezia (2024)

Cosa vedere a Murano. Un itinerario per scoprire le isole del vetro tra chiese, canali ed edifici storici. In più qualche consiglio su una delle esperienze da non perdere: visitare una fornace.

Murano è un’isola, anzi, Murano è un piccolo gruppo di isole leggermente più a nord rispetto a Venezia, a circa mezz’ora di vaporetto. Sono sette: cinque naturali(Del Convento, San Donato, Navagero, San Pietro e San Stefano) e due artificiali (Sacca San Mattia e Sacca Serenella). Vi porto a scoprirle.

Cosa potete trovare in questo post: nascondi

1. La storia di Murano

2. Cosa vedere a Murano

2.1. I galli di Murano

2.2. Il Museo del vetro di Murano

2.3. Il duomo (o Basilica dei Santi Maria e Donato)

2.3.1. El Botasso de Sant’Alban

2.3.2. Il Drago della Basilica di Santi Maria e Donato

2.5. La Chiesa di San Pietro Martire

2.6. Campo Santo Stefano

2.7. Il Faro di Murano

2.8. Le due colonne

2.9. Una delle fornaci di Murano

3. Informazioni utili per visitare Murano

3.1. Dove mangiare a Murano

3.2. Come arrivare a Murano da Venezia

La storia di Murano

Murano ha una storia che ricorda molto l’andare e il venire delle maree. Prima l’autonomia, poi il governo veneziano, di nuovo la libertà con un proprio podestà e ancora il Doge (per un po’ ha fatto parte del sestiere di Santa Croce).

È andata avanti così moltissimi anni dall’840, anno nel quale si parla di lei per la prima volta, fino al 1923, quando fu definitivamente annessa al comune di Venezia.

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Questa località è famosissima per la lavorazione del vetro, un’arte che si tramanda da secoli e che è ancora oggi il suo motore nonostante (o forse proprio per) la deriva turistica di molte delle attività perché esposizioni, negozi e dimostrazioni richiamano qui centinaia di visitatori ogni giorno.

Tutto ebbe inizio nel 1295, quando la Serenissima, attraverso un decreto, obbligò il trasferimento di tutte le fornaci cittadine nell’isola vicina, al tempo ricca di saline e mulini. Fu una scelta fatta per ragioni di sicurezza, perché i forni causavano spesso incendi che divoravano le abitazioni e i palazzi vicini all’epoca costruiti in legno.

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La Repubblica era ben consapevole della bravura degli artisti e degli artigiani del vetro e promulgò presto una legge per vietarne l’espatrio per paura che le conoscenze venissero diffuse in tutta Europa. In cambio permise ai vetrai di sposare le figlie dei nobili, una libertà che non era concessa a nessun altro uomo senza sangue blu.

Leggenda vuole che, nonostante il divieto, nel 1621, sei artigiani riuscirono a fuggire e a imbarcarsi su una nave diretta nel Nuovo Continente per lavorare come vetrai in una fornace da poco aperta a Jamestown, Virginia. Lo scopo del laboratorio era quello di realizzare oggetti (in particolare perle) da dare ai nativi in cambio di materie prime.

A causa di crolli, incidenti e di un massacro ad opera degli indiani Algonchini, del gruppo sopravvissero solo due persone, Bernardo e Vincenzo, che, non potendo tornare a casa dove sarebbero stati incarcerati, si trasferirono a Londra. Pare che i sei siano tra i primi italiani sbarcati negli attuali Stati Uniti per cercare lavoro.

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Cosa vedere a Murano

Oggi Murano è una delle destinazioni più note della Laguna, una località facilmente visitabile in mezza giornata e che permette di scoprire una delle più antiche arti veneziane. Vi accompagno tra le sue calli: ecco cosa vedere a Murano.

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I galli di Murano

Il simbolo di Murano è un gallo, anzi, un gallo (simbolo di vigilanza) che porta in groppa una volpe (che vuole rappresentare l’astuzia) e nel becco una serpe (la prudenza).

Quando, con il decreto del 30 dicembre 1923, la città entrò a far parte del comune di Venezia, gli isolani insorsero e non mancarono manifestazioni e scontri violenti.

Per le calli di Murano, in simbolo di protesta, comparirono presto galletti di varie dimensioni e materiali, il più grande pesava ben 160 chili. I più comuni, però, sono quelli disegnati in pece che sono ancora oggi visibili: uno è disegnato sulla colonna del bando e si trova proprio sotto il Leone di San Marco. Fateci caso!

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Il Museo del vetro di Murano

Il Museo del vetro di Murano ospita tra le sue sale non solo pezzi pregiati usciti dalle fornaci dell’isola fin dal Medioevo, ma anche reperti archeologici giunti a Venezia dagli antichi domini della Serenissima. Tra loro ci sono quelli della dalmata Zara, oggi in territorio croato.

Fondato nel 1861 dall’abate Vincenzo Zanetti, l’anno seguente aprì anche la scuola di disegno applicato all’arte vetraria.Lo scopo iniziale era quello di creare un archivio all’interno del quale conservare oggetti, conoscenze e testimonianze legate all’identità dell’isola, ma si trasformò presto in un museo grazie alle numerose collezioni donate principalmente dai nobili veneziani.

Il biglietto costa 10,00€ a tariffa intera e 7,50€ a tariffa ridotta per i ragazzi fino ai 14 anni, gli studenti fino ai 25 e per gli over 65. Gratuito per i possessori del Museum Pass Venezia. Per gli orari aggiornati vi suggerisco di visitare la pagina dedicata sul sito del MUVE.

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Il duomo (o Basilica dei Santi Maria e Donato)

Il Duomo di Murano (anche noto come Basilica dei Santi Maria e Donato) oltre ad essere la chiesa principale dell’isola è anche un ottimo esempio di stile romanico lagunare, molto simile a quello ravennate.

L’edificio fu terminato nel 1140 (anche se pare che i lavori di costruzione siano iniziati addirittura nel Settimo secolo)e fu inizialmente dedicato a Santa Maria. Nel 1125 le venne poi affiancato San Donato, il cui corpo è conservato all’interno dell’altare maggiore.

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L’abside è splendido sia dall’interno che dall’esterno. Se da una parte presenta il mosaico della “Madonna orante”, che pare immersa nell’oro tipico dello stile bizantino, dall’altra, all’esterno, è caratterizzato da una loggia elegante in mattoni e dettagli in marmo bianco.

Una volta entrati nella chiesa si possono scoprire non solo l’opera a mosaico e i pavimenti decorati, ma anche due leggende di Murano: quella del botasso de Sant’Alban e quella del drago ucciso da San Donato, i quali resti pare siano conservati dietro l’altare maggiore.

Il duomo è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00, la domenica, invece, solo il pomeriggio. L’ingresso è gratuito, ma è gradita un’offerta.

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El Botasso de Sant’Alban

Durante la visita al Duomo di Murano, potrete notare che, all’interno, sopra il colonnato del lato sinistro c’è un leone di San Marco affiancato da due stemmi e da una piccola botte.

Si narra che la botte, nota come “el botasso de Sant’Alban“, appartenesse agli abitanti della vicina Burano e che fosse miracolosa. Pare, infatti, che, dopo essere giunta sull’isola insieme alle reliquie di Sant’Albano, San Domenico e Sant’Orso nel 1067, non avesse mai smesso di spillare vino.

I muranesi, invidiosi, una notte raggiunsero Burano e la rubarono, inseguiti quasi subito dagli abitanti furiosi per l’accaduto. Sfortunatamente, però, forse perché distante dalle reliquie del santo, la botticella smise di funzionare non appena sbarcò sull’isola. Per ripicca, gli abitanti di Murano murarono la piccola botte all’interno del Duomo, dove è visibile ancora oggi: se loro non potevano godere della botte miracolosa, non l’avrebbero fatto neanche i buranelli.

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Il Drago della Basilica di Santi Maria e Donato

Il Duomo, oltre a quella di Sant’Albano e della botte, nasconde un’altra leggenda. Si racconta che nel Quarto secolo un drago terrorizzasse il luogo dove viveva San Donato mangiando persone e bestiame e incendiando i campi. Un giorno il santo decise di affrontarlo e riuscì a ucciderlo con un semplice segno della croce.

Quando San Donato morì le sue spoglie furono portate nella Basilica di Murano e poco dopo, trasportate dalle maree, arrivarono anche alcune ossa che secondo la leggenda appartenevano proprio al drago da lui ucciso. Oggi sono esposte alle spalle dell’altare maggiore, ma in realtà si tratta di alcune costole di balena.

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La Chiesa di Santa Maria degli Angeli

La chiesa di Santa Maria degli Angeli si trova sull’isola di San Donato e la sua storia inizia nel Dodicesimo secolo, quando Ginevra Gradenigo, obbligata dal padre a farsi monaca, donò all’abadessa il terreno sul quale ora sorge l’edificio.

Nata come chiesa del monastero, fu distrutta e ricostruita nel Cinquecento e diventò uno dei luoghi di culto più noti della laguna, tanto da essere visitata anche da Enrico III di Francia, sovrano figlio di Caterina de’ Medici.

Il convento fu soppresso e distrutto nel 1810 per volere di Napoleone e la chiesa fu chiusa nel 1838, ma riaprì quindici anni dopo in seguito a un importante restauro. La parte che un tempo ospitava il coro delle monache è diventato nell’Ottocento il lazzaretto dell’isola.

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Oggi al suo interno sono conservate opere di Palma il Giovane e del Pordenone, ma la visita è su appuntamento e non sono riuscita a capire (o a trovare) chi contattare per ottenerlo, quindi mi sono limitata ad osservarla dall’esterno. Onestamente, essendo il punto più isolato di questo itinerario, vi consiglio di raggiungerlo solo se avete ottenuto l’appuntamento o se avete un po’ di tempo in più.

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Alla chiesa è legato anche Giacomo Casanova, perché, si racconta, che tra le mura del convento ci fossero due delle sue amanti e che lui venisse a messa qui da Venezia proprio per vederle.

La prima C. C. (probabilmente Caterina Capretta) era una quattordicenne che il padre aveva obbligato al velo dopo aver scoperto la relazione con il seduttore e la successiva gravidanza, la seconda M. M. (forse Marina Morosini) una ventiduenne della quale si era infatuato proprio durante una messa a Santa Maria degli Angeli alla quale aveva partecipato per vedere la giovane Caterina.

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La Chiesa di San Pietro Martire

Se sull’isola di San Donato c’erano le monache, sull’isola di San Pietro c’erano i frati domenicani. La primachiesa di San Pietro Martire fu costruita, insieme al convento, tra il 1348 e il 1417, ma la struttura che vediamo oggi risale al 1511 e fu eretta per sostituire la prima, andata distrutta in un incendio nel 1474.

L’esterno dell’edificio è abbastanza semplice, con mattoni a vista, l’interno, invece, è un mix di bianco e legno scuro, con una volta a botte e alcune opere enormi e affascinanti, una delle quali raffigurante l’Ultima Cena, che affiancano l’altare.

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Oltre a queste, nella navata destra, ci sono quelle di Tintoretto (Il Battesimo di Cristo)e di Giovanni Bellini (Assunzione della Vergine e otto santi e la pala Barbarigo), che un tempo era nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Nellanavata sinistra dovrebbero essere esposte quelle di Veronese (San Girolamo nel deserto e Sant’Agata in carcere), ma durante la mia visita sfortunatamente non c’erano, probabilmente stanno subendo un restauro.

La chiesa di San Pietro Martire è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.30, il sabato e la domenica dalle 12.00 alle 17.30. Il museo parrocchiale è aperto dal lunedì al venerdì alle 10.00 alle 16.00. L’ingresso è gratuito, ma all’interno non è possibile fare fotografie.

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Campo Santo Stefano

Campo Santo Stefano si trova proprio al di là del Rio dei Vetrai, ed è facilmente riconoscibile per la “Cometa di vetro“, un’opera di colore blu realizzata da Simone Cenedese, e per la Torre Civica, una struttura che, nonostante sembri medievale, risale alla fine del Diciannovesimo secolo.

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A due passi dalla Torre c’è la ex chiesa di San Stefano, costruita all’inizio dell’Undicesimo secolo e consacrata nel 1374. Al suo interno erano conservate numerose reliquie, da quelle del santo al quale è dedicata alle ossa di San Luca e San Germano, passando per una mano di Santa Teodora. Attualmente è chiusa al pubblico e non più utilizzata.

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Il Faro di Murano

Il Faro di Murano, inizialmente costruito in legno ai tempi della Serenissima, fu eretto in muratura nel 1912 e poi ricostruito in pietra d’Istria nel 1934.

Guardando la parete esterna si possono notare due bassorilievi raffiguranti la Madonna e due strisce nere sulla parte più alta: queste ultime servivano a renderlo più visibile in caso di nebbia, molto frequente in Laguna soprattutto nelle stagioni più fredde.

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Le due colonne

Dal faro, seguendo Calle Bressagio, si raggiunge il Ponte de Mezo, che collega l’isola di San Stefano a quella di San Pietro e prende il nome dalla sua posizione: si trova infatti a metà del Rio dei Vetrai.

A due passi dal ponte c’è la Colonna del Bando, riconoscibile grazie al leone di San Marco sulla cima. Un tempo, qui era solito posizionarsi il messo incaricato dalla Repubblica che aveva il compito di leggere le ordinanze e le condanne emesse dal Doge.

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Una seconda colonna celebre di Murano è quella di epoca romanache si trova all’estremità dell’isola di San Pietro. Dà il nome non solo al piazzale nel quale si trova, ma anche all’imbarcadero, dove arrivano i primi vaporetti da Venezia.

Si racconta che Galileo Galilei, in visita in città per presentare il cannocchiale, salì sul campanile di San Marco insieme ai rappresentanti del Senato e mostrò loro, attraverso l’oggetto di sua invenzione, proprio questa colonna in granito.

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Una delle fornaci di Murano

Visitare Murano senza entrare in una delle sue vetrerie significa perdere una delle esperienze più belle che si possano fare sull’isola. Per alcune è necessario prenotare, un po’ per questioni di affluenza e un po’ per questioni organizzative, per altre, invece è sufficiente presentarsi durante l’orario di lavoro. In alcuni casi si deve pagare un biglietto, ma la maggior parte è gratuita.

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Io ho assistito alla lavorazione alla Vetreria Ducale, che si trova sulla punta meridionale dell’isola Navagero. Le visite non prevedono prenotazione (a meno che non si faccia parte di un gruppo numeroso) e sono gratuite. Durano tra i cinque e i dieci minuti e sono possibili dalle9.30 alle 16.45.

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Tra le altre c’è poi la fornace all’interno dell’ex chiesa di Santa Chiara, che prevede il pagamento di un biglietto di 5€ per assistere alla lavorazione.

Nota originariamente come chiesa di San Nicola della Torre, è uno degli edifici più antichi di Murano ed è sicuramente un luogo molto suggestivo.Nel corso dei secoli ospitò prima i monaci agostiniani, poi le suore benedettine, espulse però per i frequenti scandali. La chiesa prese infine il nome attuale con l’arrivo delle suore francescane di Santa Chiara.

In ogni caso sappiate che passeggiando per le calli dell’isola sarà facilissimo incappare in una vetreria, come potete immaginare c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

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Informazioni utili per visitare Murano

Questo itinerario non vuole essere in alcun modo una guida definitiva, ma solo un insieme di consigli basati sulla mia esperienza personale.

Il percorso suggerito dura circa mezza giornata (io, per esempio, sono arrivata verso le 9.30 e ripartita intorno alle 14.00); considerate circa un’ora in più se volete visitare anche il Museo del Vetro.

A Murano ci sono fontanelle di acqua potabile.

In più, anche se le isole si possono visitare autonomamente, sappiate che esistono diverse visite guidate che comprendono anche le escursioni a Burano e Torcello, altre località della laguna. Vi lascio un link utile qui sotto per prenotare l’esperienza e non preoccupatevi se poi cambiate idea, potete disdire fino a 24 ore prima.

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Dove mangiare a Murano

Durante la mia mezza giornata a Murano ho mangiato all’Osteria Al Duomo. Si tratta di un ambiente molto semplice con giardino esterno e sala climatizzata sul retro, che si trova proprio di fronte la basilica. Quando sono in laguna opto quasi sempre per un primo di pesce, perché li adoro, e questa volta ho ordinato gli spaghetti allo scoglio. Ve li consiglio.

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Come arrivare a Murano da Venezia

Se arrivate in treno a Santa Lucia,per raggiungere Murano da Venezia dovete prendere il vaporetto della linea 3 che parte dall’imbarcadero Ferrovia D, di fronte alla stazione. Lo stesso ferma prima a Piazzale Roma, dove arrivano gli autobus e le auto.

Il mezzo passa ogni 15 minuti circa e impiega mezz’ora per arrivare a destinazione. Le fermate sull’isola sono nell’ordine Murano Colonna, Murano Faro, Murano Navagero, Museo, Murano Da Mula e Venier.Per questo itinerario io sono arrivata e ripartita da Murano Navagero.

In alternativa, se vi trovate in altre zone di Venezia, potete prendere anche le linee 4.1, 4.2, 7, 12, 13, o 18. Se volete raggiungere la stazione di Santa Lucia sappiate che il 3, però, è il più veloce, gli altri fanno molte fermate intermedie. Il biglietto costa 7,50€ ed è valido 75 minuti.

INFORMAZIONI UTILI PER UN VIAGGIO A VENEZIA:
  • Dove dormire a Venezia: durante i miei viaggi a Venezia non ho mai avuto bisogno di un alloggio, ma sono sicura che troverete una soluzione adatta alle vostre esigenze su Weekendesk, come suggerito all’inizio del post.
  • Da mettere in valigia: una borraccia, che potrete riempire alle fontanelle, e i pass per risparmiare sugli ingressi nelle principali attrazioni e nei principali monumenti, ve ne parlavo nel post dedicato ai pass per Venezia.
  • Da scaricare nello smartphone: le applicazioni per la mobilità veneziana, così da avere tutti i percorsi a portata di mano, ve ne parlavo nel post dedicato a come muoversi a Venezia.
  • Documenti: assicurazione viaggio, non obbligatoria, ma consigliata; nel link o nell’immagine sottostante trovate un 10% di sconto per voi.
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Cos’altro inserireste in questo elenco di cosa vedere a Murano? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!

Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.

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